“Il 18 maggio 1924 la città era animata da un movimento insolito: gente di ogni età e di ogni condizione dirigeva i suoi passi verso un’unica meta: la chiesa della SS. Annunziata.
Sul ponte che unisce la città vecchia alla nuova la processione era continua. In poche ore tutte le vie adiacenti furono gremite di folla.
Ad un tratto la porta del tempio si aprì e spuntò una croce sollevata da un frate; poi una folla di religiosi salmodianti; finalmente una bara ricoperta di fiori. Allora si levò un coro di voci imploranti “Resta con noi Padre Lino! Non abbandonarci!” La supplica accorata era accompagnata dal pianto. Sembrava che in quella bara fosse racchiuso il cuore di Parma”.
In trentamila parteciparono al suo funerale: poveri e ricchi, il Vescovo e la prostituta, l’ex detenuto e il Prefetto, tutto il popolo di Parma accompagnò l’umile fraticello all’estrema dimora terrena nel cimitero cittadino della Villetta, dove, subito a destra dell’ingresso, sulla tomba, venne eretta una sua immagine in bronzo, sempre vegliata da centinaia di lumini accesi…