“La sua giornata era senza fondo. Il carcere e le famiglie dei carcerati da sostenere una per una; i ragazzi del riformatorio, dove chi aveva ucciso la madre si era poi trovato un frate per padre; i malati, i moribondi, le famiglie colpite da un dramma, la solitudine dei vecchi. Andava a piedi da tutti, coi sandali a brandelli. E la notte, assai spesso dava il cambio alle crocerossine dell’ospedale che, come donne, non potevano trattenersi nelle corsie. Vegliava su una sedia fino al primo sole con la mano nella mano di un ammalato. Poi passava in chiesa: lo vedevano compiere la Via Crucis e recitare il breviario. Nelle strade passava col rosario fra le dita…”.
La sua vita era un viaggio senza sosta, scandito dalla preghiera, dallo scorrere dei grani del rosario, dalla celebrazione dell’Eucarestia; e prima di coricarsi restava in ginocchio anche per ore, sebbene disfatto per le grandi fatiche.
“Padre Lino, una sera d’inverno, stava ritornando per la strada che conduce alla Certosa, pochi mesi prima della sua morte. Aveva l’asma che era molto accentuata e stremato dalla fatica andò a bussare ad una porta per poter riposare un poco. Il capofamiglia, il Signor Gabellieri, rimase meravigliato nel vedere Padre Lino con i piedi scalzi e l’abito bagnato e lo invitò a fermarsi; disse alla moglie di preparare un po’ di brodo e alla fine lo invitò a restare in casa a dormire perché si trovava in una condizione veramente pietosa. Padre Lino accettò e si ritirò intorno alle 10 di sera in camera.
Il mattino verso le cinque il capofamiglia, vedendo il lume acceso, aprì la porta e vide Padre lino inginocchiato al centro della stanza con le braccia alte mentre stava pregando e il letto era ancora intatto. Aveva pregato per sette ore di continuo. Questa era la sua forza”.
Convento, galera, ospedale, scale, notte in bianco, caffè forte, sigaro, rosario, questura, fagotti, pacchetti, boccette, piatti, lenzuola, fascine, pannolini, buste, cambiali, breviario, … questa la sua interminabile giornata, riassunta dalle sue stesse parole: “Signore, se non fosse per te, come potrei fare questa vita?”