Il corpo di Padre Lino venne accolto nella cassa di acero costruita dai detenuti di San Francesco, che avevano chiesto di rivedere il loro cappellano per l’ultima volta. La notte del terzo giorno la salma venne trasportata alle carceri.
Ricorda un testimone: “In quel momento nel carcere non vi era più né direzione né reclusi: tutti erano spariti nel comune dolore, si era formata una sola famiglia, tutta riunita per piangere il più caro dei congiunti. All’ora stabilita portammo la bara a spalla. Quando i cancelli del carcere furono aperti, noi reclusi ci trovammo fuori come per incanto. Nessuno di noi tentò di fuggire… Noi stessi abbiamo accomodato la bara sul carro funebre, e quando il carro si è allontanato, senza che nessuno ce lo dicesse, siamo rientrati, tutti, silenziosamente nelle nostre celle”.