Dalla chiesa, percorrendo un modesto corridoio, sulla sinistra dell’altar maggiore, che mostra il monumento funebre di Padre Luigi Canali (1836 – 1905) Generale dell’Ordine agli inizi del Novecento, si giunge alla
Sagrestia.
Nei medaglioni alle pareti sono affrescate immagini di Santi Francescani (scuola parmense del XVII secolo), mentre il ritratto di Padre Lino Maupas è del pittore Latino Barilli (1883-1961). I mobili in noce appartengono al XVI sec. e custodiscono preziosi reliquiari e paramenti del XVII e XVIII secolo. Vi è pure una Croce processionale per Via Crucis in legno incrostata di madreperla, incisa dall’artigiano arabo-cristiano Pietro da Betlemme (Sec. XVIII).
In fronte alla sagrestia si apre l’antica Sala Capitolare (successivamente ripartita da tramezzi e riportata nel 1996 alla sua originaria configurazione) che oggi accoglie la Camera di Padre Lino, il suo letto, i poveri suoi oggetti, il breviario e il rosario, i sandali sfondati dal suo perenne camminare, un tempo conservati nella cella n. 38 al primo piano del Convento. Vi sono, inoltre, cimeli, reliquie, documenti, fotografie, testimonianze, ritratti e un angolo riservato alla preghiera.
Dalla Camera di Padre Lino due porte lignee scolpite attribuite alla scuola di Alessandro Vandone, immettono al
Chiostro.
Il grande chiostro del convento, annesso alla chiesa e ortogonale al suo asse longitudinale è formato da un doppio loggiato che si suddivide in dodici arcate nei lati prospettanti a Sud e a Nord e dieci nei rimanenti due. Le logge superiori sono state chiuse nella prima metà del Settecento per dare stanze ai Frati. Al centro una cupoletta coperta a coppi e sorretta da quattro pilastri, un tempo affrescati, protegge l’imboccatura del pozzo e spartisce in quattro aree l’orto del Convento.
All’estremità sinistra del lato Nord, si trova, entro una nicchia, la statua di Padre Lino opera dello scultore Guglielmo Cacciani (1892-1969) sormontata, nella lunetta, da un dipinto copia di Emanuele Quintavalla dall’originale di Amelia Mecherini (1886-1960) che rappresenta lo stesso Padre Lino attorniato dai suoi poveri.
Il silenzioso chiostro del convento, con il ritmarsi dei suoi archi e con il verde del prato, rende più maestoso e mistico il complesso in cui ha vissuto e operato Padre Lino.
Il percorso di 25 formelle in terracotta del modenese Padre Romano Volpari dedicate alla vita di Padre Lino disposte lungo il chiostro della SS. Annunziata (Foto Gigi Montali).